La crisi idrica e la siccità erano in agguato da tempo. Le scarse piogge invernali e primaverili avevano fatto presagire da tempo che l’estate 2022 sarebbe stata critica. Purtroppo le previsioni non sono state smentite e ci troviamo a fine giugno a vivere una situazione molto difficile, con razionamenti e divieti di irrigazione in alcune regioni per preservare le riserve d’acqua. I primi provvedimenti per risparmiare acqua riguardano proprio gli orti, ovvero la produzione di cibo. C’è da chiedersi se sia la strada giusta, viste le minacce che incombono anche sulle forniture alimentari.
Controllo dell’umidità del suolo
Per prima cosa impariamo a non usare una goccia in più dell’acqua necessaria. Quando l’acqua è abbondante capita anche di sbagliare in eccesso, ovvero di dare agli ortaggi più acqua di quanta ne serva. Per far sta bene le piante non serve la terra zuppa, tutt’altro. Serve il giusto grado di umidità e, inoltre, con troppa acqua, le radici non sono stimolate a crescere e le piante resteranno totalmente dipendenti da irrigazioni continue. Quindi, prima di aprire gli irrigatori o prendere l’innaffiatoio, mettiamo un dito nella terra e sentiamo come sta. Se dopo i primi centimetri sentiamo umidità, non ci sarà bisogno di annaffiare. Dopo aver annaffiato, poi, facciamo un altro controllo. Se la terra è umida solo nei primi tre centimetri e non è bagnata più in basso, l’irrigazione non è stata sufficiente o il nostro suolo non è nelle condizioni migliori per assorbire H2O.
In sostanza non abbiamo bisogno di tanta acqua, ma di trattenere nel nostro sistema la poca disponibile. Ecco perché è così importante la pacciamatura, ovvero la copertura vegetale del terreno. La paglia, l’erba e qualsiasi materiale organico che possiamo utilizzare svolgeranno la doppia funzione di trattenete l’acqua e di limitare l’evaporazione di quella che si trova nel suolo. Per la distribuzione dell’acqua alle diverse piante, oltre o in sostituzione di un impianto di irrigazione a goccia, che fa comunque risparmiare, potremo creare dei rotoli di materia organica con ramaglie e sfalci, con i quali creare dei percorsi intorno alle colture. Non solo intrappoleranno l’umidità, ma ci risparmieranno lavoro perché basterà bagnare una parte del “bio-rotolo” per vedere distribuita l’umidità in tutta la sua lunghezza. Inserire degli stagni, anche piccoli, nel nostro terreno apporterà biodiversità, ma anche umidità nelle vicinanze. Per alimentare tutto questo sistema potremo recuperare gran parte dell’acqua che ci serve per uso domestico.
Aumentare la materia organica nell’orto
La presenza di materia organica fa diventare la terra una spugna per l’acqua capace di ottimizzare la pioggia scarsa, le irrigazioni e anche la condensa notturna. Se serve, quindi, aggiungiamo compost o letame maturo in superficie, che nutrirà anche le piante in crescita. Non c’è riserva d’acqua più capiente della terra stessa, quando abbiamo una terra ricca di materia organica il fabbisogno di irrigazioni si riduce, anche fino ad annullarsi.
L’1% di sostanza organica di un terreno di un ettaro, accumula circa 80.000 litri di acqua