Quando parliamo di fisiopatie facciamo riferimento a delle alterazioni delle piante di natura non infettiva e non parassitaria, cioè non causate da organismi patogeni come funghi, batteri e virus o da parassiti come insetti, acari e nematodi. Approfondire i disordini fisiologici è importante poiché a volte piccoli accorgimenti agronomici potrebbero aiutare l’agricoltore a guadagnare di più senza impegnarsi ad aumentare la produzione
Spesso le fisiopatie sono riconducibili a disordini della nutrizione minerale; altre volte, i fattori responsabili dei disordini fisiologici sono di natura ambientale; oltre alle numerose cause biotiche (patogeni e parassiti) e abiotiche.
Si parla così di fisiopatie o disordini fisiologici, generati da stati di sofferenza della coltura che inducono modificazioni morfologiche o cromatiche nella pianta e/o nel frutto. Ne consegue una produzione stentata e/o bacche di bassa qualità, fino a renderle invendibili.
Se diagnosticati precocemente, alcuni disordini come le carenze nutrizionali possono essere risolti con opportuni interventi correttivi. In altri casi, soprattutto quando sono colpiti i frutti, non esistono di fatto trattamenti curativi e gli interventi sono esclusivamente di natura preventiva.
È importante approfondire questi aspetti poiché a volte non ci si rende ben conto di quanto piccoli accorgimenti agronomici potrebbero aiutare l’agricoltore a guadagnare di più senza impegnarsi ad aumentare la produzione. Alla raccolta, non è raro trovare dei frutti che verranno poi scartati a causa di marciume apicale, spaccatura, scatolatura, blotchy, ecc.; tutte fisiopatie che a fine ciclo colturale possono pesare fino anche oltre il 10-20% di frutti effettivamente prodotti ma poi scartati.
Fisiopatie dei frutti: ecco le più importanti
Sono il marciume apicale, la spaccatura e i difetti di maturazione o maturazione disforme. Alcuni di questi, in particolare il marciume apicale, sono stati oggetto di moltissimi studi sperimentali e la loro eziologia è ben definita. Per altre, come per esempio la maturazione a chiazze, le basi fisiologiche sono invece meno chiare, anche per la difficoltà a riprodurre sperimentalmente il problema.
Il marciume apicale (in inglese “blossom end rot” o BER) è una fisiopatia che colpisce la porzione distale della bacca a causa della carenza localizzata di calcio (Ca). Si presenta come una lesione di colore variabile dal grigiastro scuro al necrotico che rende il frutto invendibile.
Yellow shoulder o spalla gialla
Il frutto viene colpito nei primi stadi di sviluppo, anche se il danno si nota solo più avanti; in alcuni casi, la necrosi non è visibile esternamente. I frutti sono particolarmente suscettibili alla deficienza di Calcio nel periodo che intercorre tra la prima e la seconda settimana dopo l’allegagione. È un disordine frequente nelle serre dell’ambiente mediterraneo, dove spesso si hanno sbalzi nell’umidità del terreno (o del substrato in fuori suolo) o condizioni di elevata traspirazione fogliare a causa dell’alta temperatura, dell’elevata radiazione e della bassa umidità relativa (UR).
Si manifesta pertanto principalmente in periodi caldi in cui le elevate temperature inducono un rapido accrescimento dei frutti. Il marciume apicale interessa soprattutto le colture primaverili estive e le varietà a frutto grosso o allungato. Al fine di evitare o contenere il BER, già nei mesi precedenti al previsto picco di calore, l’obiettivo della gestione colturale in serra è quello di prevenire le condizioni che limiteranno l’assorbimento di calcio. La maggior sensibilità del frutto al BER si estende fino alla terza settimana dopo la fioritura, ossia nel periodo di massima divisione cellulare.
Interventi correttivi
Le cause del BER sono molteplici, per cui è necessario agire su più fronti per ridurne l’incidenza:
- Gestione della pianta;
- Gestione della fertirrigazione;
- Gestione del clima in serra con ombreggiamento.
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